The Old Guard 2: un ritorno tra ritardi, azione e delusione
I protagonisti di The Old Guard potranno essere immortali, ma il pubblico non lo è. Dall’uscita del primo film al suo sequel son passati 5 anni, di cui 3 di questi dalla fine annunciata delle riprese. La post-produzione è stata interrotta dopo cinque settimane a causa di un cambio di leadership ai vertici Netflix, come raccontato dalla stessa Charlize Theron, che hanno portato The Old Guard 2 a restare nell’oblio fino al 2 luglio 2025.
Forse son proprio questi tempi biblici a rendere la delusione ancora più cocente, perché il risultato è un’opera grossolana, a cui manca l’amore totalizzante che permeava l’originale e che si “conclude” con un frustrante cliffhanger, una minaccia più che una promessa di un terzo capitolo.
Se nel primo film l’arrivo di Nile (KiKi Layne) bastava a modificare le dinamiche dell’atipica famiglia composta da Andy (Charlize Theron), Booker (Matthias Schoenaerts), Joe (Marwan Kenzari), Nicky (Luca Marinelli) e James (Chiwetel Ejiofor), in The Old Guard 2 l’ingresso in scena di nuovi immortali è l’ordine del giorno.
Dopo essere stata creduta persa negli abissi per secoli, Quynh (Veronica Ngo), un tempo amante di Andy, è stata ritrovata in un sarcofago di ferro da un’altra misteriosa immortale, Discord (Uma Thurman), che vuole usarla per i suoi scopi, approfittando della rabbia della donna. Nonostante siano passati appena sei mesi dagli eventi dello scorso film, Andy ha accettato di buon grado la sua mortalità e ora si dedica a inseguimenti degni di Fast & Furious lungo il Lago di Como, mentre Booker è ancora in esilio e dovrebbe rimanerci per altri 99 anni e mezzo (ma presto i suoi amici cambieranno idea, anche per necessità della narrazione buonistaTM).
A prendere le redini in questo capitolo, al posto di Gina Prince-Bythewood, è Veronica Mahoney che approccia The Old Guard 2 in modo molto più classico ed essenziale, addirittura strizzando l’occhio a Fast & Furious con l’inseguimento iniziale sul Lago di Como.. La sceneggiatura firmata dall’autore dei fumetti Greg Rucka insieme a Sarah Walker dimentica i momenti di introspezione, rendendo i personaggi più anonimi e interscambiabili (rimane il monologo strappalacrime di Marinelli per fortuna). Per essere un secondo capitolo e quindi in teoria avendo davanti un pubblico ormai preparato sui meccanismi diegetici dell’immortalità, il film costruisce spesso dei momenti forzati per ricapitolare il worldbuilding.
A preoccupare è soprattutto il futuro della saga. Definire il finale di The Old Guard 2 aperto sarebbe riduttivo, perché il film sceglie di interrompersi dove altrove sarebbe iniziato il terzo atto. Le tempistiche distributive estremamente dilatate hanno dimostrato tuttavia che Netflix non considera la serie una priorità e il rischio che la storia possa finire qui, senza risposta alcuna, è impossibile da ignorare.