Sicilia Express – Il cassonetto dell’unità familiare

Era il 1953 quando uscì Napoletani a Milano, commedia dal retrogusto amaro e dalle tinte post-neorealiste diretta e interpretata da Eduardo De Filippo. Nell’utopistico finale vediamo accorciarsi ideologicamente le distanze logistiche e culturali tra Napoli e Milano, attraverso un tram che porta direttamente da piazza del Duomo a Posillipo.

Oggi Ficarra e Picone raggiungono in un lampo Milano partendo da Catania, attraverso un cassonetto dell’immondizia che nasconde un varco magico in grado di teletrasportare le persone che lo superano. Le divergenze e le distanze tra settentrione e meridione non sono mai del tutto scomparse e i due comici siciliani continuano a lavorarci tra il serio e il faceto a partire già da Nati stanchi, loro debutto su grande schermo  di oltre vent’anni fa.

Sicilia Express è una miniserie Netflix in cinque episodi, spiccia, compatta e funzionale, che sfrutta la cornice delle feste natalizie (ormai da anni usata dai post-cinepanettoni come semplice elemento di arredo) per innescare una vicenda comico-fiabesca che non eccede mai nella melassa da operina familista e bambinesca, ma che impiega l’elemento fantastico (un po’ alla Zavattini o alla Clair) per analizzare e smontare cliché e criticità italiane, attraverso lo sguardo di due candidi provinciali del mezzogiorno.

Ficarra e Picone, tra tutti i comici che negli ultimi vent’anni sono passati dal piccolo al grande schermo, sono quelli che più hanno saputo trasferire la propria vis comica nel linguaggio del cinema, contribuendo se non proprio alla rinascita, almeno a un tentativo di rilancio della commedia popolare (vedi anche e soprattutto i film diretti da Roberto Andò).

Se in Sfrattato cerca casa equo canone Pippo Franco andava a vivere con la propria famiglia in un cassone dell’immondizia, anche gli eredi di Franco e Ciccio impiegano lo stesso come simbolo di degrado sociale che diventa mezzo di sopravvivenza. Un varco magico che permette ai due di monetizzare sui teletrasporti degli impiegati milanesi, i quali vogliono godersi una pausa pranzo al mare e al sole del sud.

Sicilia Express è pura commedia degli equivoci, tra calembours e frecciatine satiriche quasi sempre centrate, grazie alla scrittura calibrata della coppia (che firma soggetto e sceneggiatura oltre alla regia), ma anche alla presenza di comprimari azzeccati come le rispettive consorti interpretate da Barbara Tabita e Katia Follesa. Max Tortora nei panni di un presidente del consiglio vagamente sordiano e soprattutto Sergio Vastano, veramente impagabile come spietato direttore sanitario.

Solo verso il finale la vicenda si fa un po' macchinosa, ma si riscatta con un epilogo che annovera persino una sequenza trascendentale da fantascienza filosofica. 

Ficarra e Picone, al di là delle prove cinematografiche con Andò, pare siano tornati a rifugiarsi nella serialità (Incastrati era già un valido esempio), comfort zone nella quale hanno trovato un’adeguata collocazione e ragione d’essere, dopo due malriuscite operazioni da grande schermo come Il primo Natale e Santocielo, in cui la dimensione fantastica non restituiva a pieno i guizzi  umoristici della coppia.

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