“The Closer” di Dave Chappelle su Netflix

 

Cominciamo dalla fine. Il 5 ottobre 2021, Netflix rilasciò lo speciale comico “The Closer” di Dave Chappelle quale ultimo di sei spettacoli registrati dall'intrattenitore afroamericano a partire dal 2017. L'accoglienza immediata non fu delle migliori, in particolare da parte della comunità LGBTQ, a causa di alcune battute in esso contenute e considerate transfobiche. Ma se queste reazioni non erano nuove nel percorso del Nostro, lo stesso non si può dire delle circostanze che alimentarono le tensioni.

Qualche tempo prima la società aveva licenziato alcuni dipendenti accusati di aver partecipato illegittimamente a una riunione aperta solo a figure decisionali e di aver in seguito passato informazioni di nascosto alla testata Bloomberg News. Fra i dati non pubblici divulgati in questo modo dalla stampa c'era una lista di contenuti in gestazione e fra questi titoli primeggiava proprio lo show di Chappelle. In seguito all'uscita dello speciale, Netflix dovette quindi rispondere alle accuse dall'esterno mentre combatteva lotte intestine non previste. Inoltre, alcuni (altri) dipendenti reagirono negativamente allo speciale.

L'8 ottobre, il co-CEO Ted Sarandos difese l'uscita dello speciale in un promemoria interno affermando che «[non] consentiamo titoli su Netflix progettati per incitare all'odio o alla violenza, e non credo che “The Closer” oltrepassi quella linea» (fonte: Deadline). In seguito alla dichiarazione del dirigente, il gruppo di risorse per i dipendenti trans di Netflix annunciò che avrebbe organizzato uno sciopero il 20 ottobre. Dopo l'annuncio dello sciopero, Sarandos difese ancora una volta lo speciale in un'e-mail aziendale dicendo che «siamo fermamente convinti che i contenuti sullo schermo non si traducano direttamente in danni nel mondo reale» (fonte: Variety).

Ma di quali contenuti stiamo parlando? Già molto prima che fosse online “The Age of Spin + Deep In the Heart of Texas”, il primo (doppio) special della serie su piattaforma, Dave Chappelle era noto nell'ambiente per le sue controverse opinioni sull'identità transgender. O meglio, come ha spiegato lui stesso in “The Closer”, per il modo in cui ne parlava «perché non ero ancora così bravo con le parole». Ma anche più tardi, quando Chappelle aveva ormai affinato le sue capacità di scrittura, ciò non lo ha messo al sicuro dalle critiche. Quando nel 2019 uscì il quinto special, “Sticks and Stones”, «parte della comunità trans era furiosa». E lo stesso si può dire di una certa opinione pubblica, che però non ha scoraggiato il proseguimento del progetto.

«Perché oggi sono tutti così sensibili?» si domanda il comico durante lo special più recente. Il motore scatenante di questo ultimo monologo, come di altri suoi interventi caratterizzati da un tono diretto e sornione, è la necessità di mettere in chiaro le sue posizioni. In primis, stabilire che chi lo attacca su Twitter («che comunque non è un luogo reale!») non lo giudicherebbe autonomamente, ma ripeterebbe ciò che ha sentito. Aggiungendo che, personalmente, non ha mai avuto problemi con le persone transgender. Per concludere: «Se ascoltate quello che dico, è chiaro che il mio problema sono sempre stati i bianchi».

Il problema è il privilegio, dice, il problema è la retorica. Non chi soffre ma chi sfrutta la sofferenza per ottenere potere. E di consenguenza quelle persone queer che di fronte alle difficoltà ottengono facilmente attenzione e riconoscimento. La quale esternazione esprime apertamente invida per un movimento che ce la sta facendo là dove i neri faticano a ottenere risultati. Un discorso complesso, espresso da un maestro della dialettica con maggiore pigrizia e ridonanza rispetto al passato. Alla fine rimane l'astuto compimento di un discorso («LGBTQ, è finita, non farò più battute su di voi finché non saremo entrambi sicuri di riderci su insieme») in risposta alle polemiche. Il che avrà certo ripercussioni sulla sua immagine e di conseguenza sarà strategico per la promozione di futuri special. «Sono nei guai ora!», dice, ma nel frattempo diventa sempre più famoso e sempre più ricco.

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