Tour de France: un invito alla visione per neofiti e appassionati

 
 

A poco più di una settimana dalla partenza del Tour de France 2023, è visibile su Netflix la docu-serie Tour de France: sulla scia dei campioni. In otto episodi, così come in serie di successo del tipo All or Nothing (Prime Video) o Truth in 24 (2008) e Formula 1 Drive to Survive (Netflix), si cerca di vedere da un punto di vista differente la più importante gara a tappe di ciclismo del mondo. Tour de France: sulla scia dei campioni prende ed estende quanto visto su Dietro la prossima curva (sempre Netflix) perché, se quest’ultima si sofferma su momenti sparsi della stagione, la prima è interamente dedicata ad un evento e per questo può creare una narrazione più avvincente. Attraverso le testimonianze di ciclisti, direttori generali e direttori sportivi dei vari team, ma anche di giornalisti, lo spettatore è portato a seguire il dietro le quinte dell’evento potendo comprendere molto meglio le dinamiche interne che ai più possono essere sconosciute.

Tour de France: sulla scia dei campioni ha il pregio di poter essere seguito e apprezzato sia da curiosi occasionali che da appassionati, proprio perché permette di vedere momenti che altrimenti sarebbe impossibile notare. Da una parte si spiegano le regole di base dello sport: il fatto che sia uno sport di squadra, il ruolo dei gregari, la differenza tra correre per la classifica generale e per la vittoria di tappa; dall’altra vediamo anche come si elaborano le varie strategie anche in funzione delle aspirazioni dei singoli team. Per fare un esempio più pratico viene presa da vicino la situazione della EF Education-EasyPost, squadra ultima nella classifica World Tour fino a quel momento e in cerca di riscatto con il piazzamento di qualche ciclista in una tappa importante. Dall’altra si seguono da vicino le vicende della Jumbo-Visma, in cerca di riscatto dopo la sconfitta di Primož Roglič all’ultima cronometro del 2020 vinta da Tadej Pogačar, corridore della UAE Team Emirates favorito dell’edizione 2022 dopo aver vinto anche nel 2021.

Seguire le strategie dei vari team è molto interessante così come vedere le reazioni in caso di riuscita o fallimento di quanto costruito. Le gare a tappe nascondono tantissime insidie: problemi meccanici o cadute sono dietro l’angolo e oltre a questo bisogna saper dosare le forze e spingere al massimo le capacità di recupero. Bisogna tenere presente che Tour, Giro d’Italia e Vuelta sono competizioni che durano tre settimane e questi elementi sono ancora più determinanti. Ogni squadra è quindi pronta ad avere un piano B o un piano C per cercare di raggiungere i propri obiettivi. Queste strategie vengono elaborate di giorno in giorno e vengono fatte vedere durante la serie ma possono essere modificate anche direttamente in ammiraglia in funzione di quanto sta accadendo.

La Jumbo-Visma aveva portato nell’edizione 2022 due capitani, Roglič e Jonas Vingegaard, e parte degli episodi sono incentrati sulla modalità in cui la squadra gestisce Il ritiro del primo per mettere il secondo nella condizione di vincere. L’importanza della squadra in uno sport come il ciclismo è più volte ribadita all’interno della docu-serie. Un gregario deve essere in grado di fare il ritmo giusto per il proprio capitano, di proteggerlo dal vento e dai possibili scontri con gli avversari, di prendere i rifornimenti in coda e portarglieli, insomma di sacrificarsi per cercare di fargli fare meno sforzi possibili e dargli l’opportunità, quando sarà necessario, di raggiungere il proprio obiettivo. Se le montagne e il pavé sono sicuramente i momenti più spettacolari del tour 2022, la serie si sofferma anche sulla costruzione delle volate seguendo il ritorno di Fabio Jakobsen (Quick-Step Alpha Vinyl Team) dopo il terribile incidente del Giro di Polonia 2020 dove ha rischiato la vita. Si scopre così l’importanza del “treno”, del posizionamento di colui che farà poi effettivamente lo sprint finale e così via.

Come in ogni narrazione che si rispetti ci deve essere un nemico e qui, essendo sostanzialmente il team Jumbo-Visma uno dei protagonisti, è Tadej Pogačar che non viene mai intervistato e viene descritto come un “mostro sadico in cerca di sofferenza”. Nel corso degli episodi viene costruita, a favore di chi ovviamente non ha seguito l’edizione 2022, l’idea di un ciclista invincibile per dare maggior rilievo all’epicità della vittoria finale di Vingegaard, alla sua prima partecipazione al tour.

Le diverse tappe vengono mostrate attraverso riassunti opportunamente montati per dare allo spettatore il meglio di questo sport. In questi momenti la tensione è tenuta sempre alta grazie all’alternanza tra momenti chiave e dietro le quinte nei pullman della società o sulle ammiraglie. Lo scopo promozionale per questo sport e il Tour de France nello specifico è chiaro ma il rischio è che lo spettatore occasionale, incuriosito dalla serie, si trovi poi davanti allo scoglio della realtà. Le tappe alternano momenti di adrenalina ad altri decisamente più distesi e la tendenza del ciclismo moderno, almeno nei grandi giri, è comunque quella di “controllare” le tappe piuttosto che correre rischi attaccando.

Con Tour de France: sulla scia dei campioni si è dato inizio a un potenziale prodotto replicabile in cui si potrebbero o seguire le varie edizioni del Tour o estenderlo ai grandi giri o alle classiche. In attesa che il Tour de France 2023 inizi questa docu-serie è un buon modo per farsi trovare pronti.

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