The Traitors Italia: quando un format funziona

Considerato uno dei reality game più popolari e avvincenti degli ultimi anni, il format di The Traitors nasce in Danimarca nel 2021 sotto il titolo De Verraders per poi essere esportato in più di trenta nazioni, raggiungendo la popolarità nel 2022 con l’edizione UK, condotta da un’iconica Claudia Winkleman. Ora, a quattro anni di distanza dalla sua nascita, sbarca su Prime Video la versione italiana del format, The Traitors Italia, arrivata in due tranche: le prime quattro puntate son state pubblicate lo scorso 30 ottobre, le ultime due il 6 novembre. Riuscirà ad appassionare anche gli italiani, un pubblico che notoriamente vive un rapporto difficile con i reality game?

Alla base del format The Traitors vi sono essenzialmente le regole del gioco di società noto come Lupus in Tabula: all’interno di un castello (in questo caso situato in Trentino) viene rinchiuso un gruppo di concorrenti, i Leali, tra le cui fila si nascondono tre Traditori, con il compito di uccidere i Leali di notte senza essere scoperti, per portarsi così a casa il montepremi finale raccolto tramite prove che coinvolgono tutti i concorrenti. Un gioco, quello di The Traitors Italia, fatto soprattutto di strategie e di cospirazioni, di tradimenti e di detective improvvisati che devono trovare i Traditori tra di loro ed espellerli durante la discussione giornaliera alla tavola rotonda in cui vengono messe sul piatto tutte le teorie e le prove raccolte.

Nell’edizione italiana il format è rimasto sostanzialmente invariato; le maggiori differenze rispetto alle edizioni estere son legate al distributore italiano, Prime Video, che ha ridotto il numero di concorrenti – tredici in Italia, mentre la media estera si aggira intorno ai diciotto – per abbassare così il numero di puntate, pubblicate come di consueto tutte insieme (all’estero le puntate vengono trasmesse su reti generaliste di settimana in settimana). A vedere bene, si insidia qui il maggiore limite di The Traitors Italia: trasformando un reality game il cui format si basa interamente sulla tensione, sui cliffhanger e sul conoscere i concorrenti e le loro mosse (una serie, dunque, più aderente alle logiche “lente” di messa in onda tradizionale) in un prodotto da servizio streaming che viene rilasciato praticamente tutto insieme viene meno tutta la suspence, l’attesa e il fattore di gioco e coinvolgimento che investe e fidelizza il pubblico puntata dopo puntata, settimana dopo settimana.

Eppure, al netto di questo limite non da poco, The Traitors Italia funziona, soprattutto in virtù dell’aderenza ad un format che è evidentemente molto forte: altri piccoli errori vi sono: Marcuzzi in conduzione è fin troppo ingessata e poco spontanea; una Traditrice in particolare è mal selezionata; il cast è forse fin troppo spostato verso una target audience giovane con buona pace di un pubblico più anziano, attratto solamente da Paola Barale e Rocco Tanica; le prove che si svolgono in puntata paiono un po’ laterali e poco essenziali. Eppure il format di partenza è così divertente da guardare, così coinvolgente e avvincente, è sorretto poi da un montaggio che genera vera e palpabile tensione, che lo spettatore non può che rimanere sintonizzato.

In una televisione come quella nostra che ha difficoltà con i reality game, del resto da noi han più successo i game show duri e puri, basti vedere i picchi di ascolti che Affari Tuoi su Rai1 e La Ruota della Fortuna su Canale 5 macinano ogni sera, The Traitors Italia ha tutte le carte in tavola per conquistare il pubblico nostrano: pur con i suoi limiti, bene o male arginabili nelle prossime ipotetiche stagioni, il format The Traitors, con i suoi inganni e i suoi tradimenti (che nel paese di Temptation Island vanno molto forte in TV), si dimostra fin troppo irresistibile e riuscito per lasciare indifferenti.

Indietro
Indietro

I film con le Gemelle Kessler in streaming

Avanti
Avanti

Pier Paolo Pasolini – Il piacere dello scandalo