Antipop: nulla è vero, tutto è possibile

 
 

Voler cantare al buio per riscoprire l’essenza e sentire davvero l’energia della musica. Questo è il nucleo centrale di Antipop, film sul cantautore e dj Cosmo, al secolo Marco Jacopo Bianchi, disponibile su MUBI. Presentato in anteprima mondiale nel corso dell’ultima edizione del Festival dei Popoli a novembre 2023, quest’opera non si può definire come un classico documentario musicale.

Il regista Jacopo Farina, esordiente nel lungometraggio e già autore di molti videoclip di Cosmo, crea e porta avanti una narrazione intima della vita dell’artista piemontese, il quale ha modo di raccontarsi in prima persona in una espressione totale e totalizzante, come in un vero e proprio diario. Diario in cui, però, non vediamo mai il cantante nel presente. Ѐ la sua voce a condurre lo spettatore nei meandri del suo passato e della sua vita, attraverso un sapiente montaggio di materiali personali d’archivio, video di concerti e interviste ad amici e membri della famiglia. Autonarrazione e racconto di persone esterne si intrecciano, connessi da un filo invisibile ma indissolubile, quello che Cosmo stesso definisce “amore”.

Ripercorrendo le diverse tappe della sua carriera, dagli albori con i gruppi Melange e Drink to me fino all’inizio della sua attività da solista, il film riesce a fare emergere - anche attraverso una magnifica estetica figlia di quella del videoclip - tutta l’umanità del personaggio Cosmo. O meglio: tutta l'umanità della persona Marco. Non ponendosi mai in una posizione egocentrica o di autorità, questo viaggio nella vita dell’artista di Ivrea mette al centro quelli che sono i legami umani, nonché le sofferenze e i traumi che lo hanno portato dove è ora, ovvero ad avere raggiunto il successo e a riuscire a vivere di sola musica.

Essenziale, infatti, è l’affermazione da parte di Cosmo che gli sarebbe bastato avere uno stipendio da operaio, ma lavorando con la musica. Del resto, il richiamo al lavoro in fabbrica è fondamentale, perché non solo è stato il mezzo di sostentamento del padre e del fratello, ma anche perché i suoi nonni avevano lavorato per l’Olivetti, che aveva la sua sede principale proprio a Ivrea. Il concetto di partire dal basso, con un obiettivo chiaro animato da una forte passione e da una volontà di favorire l’empatia e la collaborazione tra le persone, ha condotto il cantante a scelte radicali. 

Dopo lo scarso successo del primo album Disordine, oltre a importanti problemi economici e difficoltà familiari, Cosmo decide di pubblicare L’ultima festa come congedo definitivo alla musica da professionista per poi trovarsi un “lavoro vero”. Affiancato da fedeli compagni, tra cui il produttore Andrea Suriani, arriva invece il grande successo che lo sta accompagnando ancora oggi. Un successo nato da una importante dose di umiltà e proprio dalla vergogna e dalla paura del fallimento. Non per niente ciò che emerge prepotentemente da Antipop è la gratitudine che l’artista nutre verso i propri cari, la famiglia e gli amici, con l’intenzione da lui stesso affermata di «sperimentare nuove forme di felicità, continuare a dire grazie, perché da solo semplicemente non esisterei».

Il cinema e la musica si intersecano in questo film tra cuore e nostalgia, riuscendo a restituire tutto quello che Cosmo vuole mostrare di se stesso e della sua vita, quasi come se il regista fosse lui. In realtà, però, risulta evidente l’impronta autoriale di Jacopo Farina, che è stato capace di produrre un ritratto che appare genuino, sincero e per nulla egoriferito. Riconoscere e celebrare il fallimento come chiave della realizzazione è ciò che rende ancora più umana quest’opera, in cui qualunque spettatore può riconoscersi.

Riprendendo le stesse parole di Cosmo, è più che mai importante «rischiare, sperimentare, fallire ancora per fallire meglio, celebrare il tempo presente, libero, dilatato, in rituali ancora da inventare», con lo scopo preciso e impellente di «migliorare ognuno la vita degli altri». Ed è proprio l’arte - di cui fanno parte anche il cinema e la musica - che può contribuire a creare tutto questo.

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