Faccende complicate: le parodie d’inchiesta firmate Valeria Lundini
Valerio Lundini è una delle personalità più peculiari e sui generis attualmente presenti in RAI. Personaggio eclettico – basti pensare che è anche frontman della band I VazzaNikki – nato come autore radiofonico, viene notato in piena pandemia con un programma divenuto nel tempo un vero e proprio fenomeno televisivo, Una Pezza Di Lundini, dove veniva affiancato da un’iconica Emanuela Fanelli. Dopo tre stagioni dello show di culto che prendeva in giro i meccanismi della televisione generalista, il comico e conduttore ha continuato la sua decostruzione comica del linguaggio televisivo con Faccende Complicate, la cui seconda stagione è appena arrivata su RaiPlay.
Il format – creato esclusivamente per la piattaforma in streaming – nasce con un semplice obiettivo: irridere le inchieste giornalistiche diffuse in Italia, attraverso la comicità tra il nonsense e il ridicolo tipica del suo conduttore e ideatore. Se, tuttavia, le puntate della prima stagione lavoravano tutte su un meccanismo molto rodato – una struttura quasi labirintica in cui si parte da una situazione scripted per arrivare ad un vero reportage di situazioni improbabili e irrealistiche, come ad esempio il concorso di bellezza Miss Nonna -, questa seconda stagione di Faccende Complicate si presenta con una struttura interna più malleabile. Ogni “inchiesta”, infatti, si sviluppa in modo autonomo: si passa da episodi che riprendono il format della prima stagione – su tutti domina il doppio episodio incentrato sul regalo di compleanno di un giovane influencer di economia, all’interno del quale viene ritratto l’incredibile personaggio dell’imitatrice di Liz Taylor – ad altri completamente sceneggiati e girati in stile mockumentary (per chi scrive, l’episodio sui prodotti contro il bullismo è una delle vette comiche dell’intera serie) fino ad arrivare al caso limite di un episodio (“Guarda, sembrano capelli veri!”) in cui rimane solo l’estetica da finto documentario senza tuttavia la sovrastruttura narrativa dell’inchiesta.
All’interno di questa seconda stagione, Valerio Lundini comincia a sperimentare e ad uscire da strette norme presenti nella prima. Faccende Complicate diviene quasi un calderone sicuramente disomogeneo per forme in cui, tuttavia, il comico-autore, oltre che il suo personaggio, può dare libero sfogo alla propria creatività comica. Tra settimane di Erasmus a trent’anni, la scoperta di uno sport indiano, tra uomini recidivi a pagare le proprie multe e un personaggio da far entrare nel presepe napoletano, con una dose presente seppur timida di riflessioni politiche, la seconda stagione di Faccende Complicate permette a Lundini di attraversare l’Italia – e non solo – mettendone in luce i lati più buffi, assurdi e illogici sfidando le logiche stesse dell’inchiesta e, in modo più largo, delle immagini “documentarie” di cui viene smascherata la costruzione e l’artificio tramite la commistione di realtà e finzione (comica) presente.
Forse un po’ sottotono rispetto alla prima stagione - dato anche forse dalle novità che queste dieci nuove puntate hanno saputo introdurre nel format -, la seconda stagione di Faccende Complicate non solo conferma il talento di Valerio Lundini, figura veramente inclassificabile nel panorama mediale nazionale, ma si colloca in diretta continuità con prodotti esteri coevi, come Cunk On… (Netflix, 2022-2024), in grado di impiegare l’immagine in modi inattesi, intelligenti, e soprattutto estremamente divertenti.