Rimettere al Mondo l’Archivio: un calendario in pellicola

 
 

Bring the archive into the World. Questo il titolo che ha accompagnato Archivio Aperto 2022, prima edizione competitiva del Festival cinematografico organizzato a partire dal 2008 dalla Fondazione Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia di Bologna. Sembra, in effetti, esistere una sorta di urgenza, di imperativo, o forse di suggerimento d’azione nel monito e di conseguenza nell’operato sempre più vivace degli archivi filmici dei quali Home Movies fa parte: l’urgenza e la necessità di comprendere la contemporaneità, in rapporto alle pratiche del passato. Qual è d’altronde il motivo per cui “bisogna” rimettere al mondo l’archivio? Perché è necessario mostrare il passato attraverso le immagini prodotte da coloro che quel passato l’hanno vissuto in prima persona e hanno deciso di riprenderlo? E perché fondare su queste immagini un progetto ambizioso e intelligente come l’Almanacco Home Movies 100, realizzato dalla Fondazione?

La pratica di ripresa filmica amatoriale e familiare si accompagna da sempre alla produzione considerata “ufficiale”; essa è parte, infatti, fin dalle origini del cinema, della produzione di immagini in movimento. In particolare, a partire dagli anni Venti del Novecento, si assiste ad una popolarizzazione delle pratiche di registrazione amatoriale, dovuta alle possibilità di “cogliere la vita sul momento”, il proprio quotidiano, grazie ai nuovi dispositivi di ripresa, ossia cineprese e pellicole in formati ridotti.

Gli archivi filmici, come Home Movies, hanno ormai da decenni intrapreso una vera e propria missione, ossia restaurare e rendere fruibili i materiali dimenticati del passato, bobine di pellicola a passo ridotto lasciate all’oblio, mai più ricaricate sul proiettore. Oltre all’uso di materiali con valore testimoniale e storico, e al riuso creativo messo in atto da registi sperimentali e artisti visivi attraverso il montaggio di pellicole per scopi estetici e concettuali, sembra esistere un nuovo (o forse antico) modo di riattivare quelle immagini dimenticate.

I filmati familiari e amatoriali venivano girati per essere poi rivisti e commentati in contesti privati, su pareti di casa o su piccoli schermi di cineclub; nel mondo contemporaneo e digitale, assume senso che quelle stesse immagini di cinquanta o cento anni fa siano riviste (quasi in senso filologico) in contesti quotidiani, adattandosi tuttavia a ciò che la quotidianità è diventata negli ultimi anni. La programmazione di questi filmati, che spaziano da brevi clip di qualche minuto a interi film di corto e medio metraggio, viene mostrata infatti sul web, rimediando le immagini sugli schermi privati dei nostri dispositivi. Sul sito homemovies100.it e sulle pagine social di Home Movies ogni giorno, dal 1° gennaio 2023 e per tutto l’anno, una programmazione quotidiana permette la pubblicazione di un film o un estratto d’archivio girato in quello stesso giorno nel corso del Novecento.

Uno dei sottotesti del progetto dell’Almanacco di Home Movies si esplicita infatti nella riscoperta della storia d’Italia e degli italiani guardando il calendario. L’Almanacco viene proposto dall’archivio come una moltitudine di piccoli sguardi, pezzi di un puzzle invisibile e mai del tutto completo; sembra, cioè, voler tracciare un percorso, dettare un passo (ridotto, come i formati pellicolari) al cammino della Storia pubblica e della piccola, ma non meno importante, storia privata. Lo spunto filmato permette in alcuni casi la riscoperta di un passato dimenticato, l’incarnazione fisica di eventi fino a quel momento solamente immaginati e, spesso, la presentazione di uno sguardo differente verso persone, fatti ed eventi conosciuti come parte della storia pubblica. Inoltre, i filmati familiari di cineamatori e cineamatrici sono spesso in grado di rivelare sguardi, linguaggi e sperimentazioni artistiche inconsuete che accrescono la nostra conoscenza della cultura visuale Novecentesca.

L’attività di valorizzazione intrapresa da Home Movies tenta di arricchire il nostro presente digitale con immagini pregnanti del nostro passato. Con la sola aggiunta della sonorizzazione le immagini fuoriescono dal buio e dal silenzio degli scaffali d’archivio per tornare in vita: essi vengono “rimessi al mondo”, rigenerati. I volti, i paesaggi, gli sguardi in camera, le tecnologie e le sperimentazioni con i dispositivi di ripresa animano così i nostri piccoli schermi mobili e impongono un passo ridotto all’altrimenti veloce fruizione della realtà digitale.

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