Conclave in diretta: il fumo bianco come finale di stagione

Mancano pochi minuti alle 19 quando esco di casa per una birra e una confezione di patatine. La fumata potrebbe arrivare da un momento all’altro: il tempo è contro di me. Cammino veloce verso il bar, che per fortuna è sotto casa. Telefono alla mano, seguo la diretta su YouTube con la coda dell’occhio. Stasera dovrebbe uscire nera, ma hai visto mai che non sia buona alla prima?

Il Conclave – la riunione da cui esce il nome del nuovo Papa – non era mai stato così atteso. D’altronde, nel 2013, quando fu eletto Papa Francesco (morto il mese scorso), il mondo era un altro. I social c’erano già, certo, ma non erano ancora così pervasivi, così famelici. Nel 2025, invece, è tutta un’altra storia. Questo Conclave è stato preceduto da una lunga agonia mediatica: prima la degenza di Francesco – che i più complottisti avevano già dato per morto quando era ancora in ospedale – poi l’invasione di meme generati dall’intelligenza artificiale (la nuova ossessione globale), che hanno gonfiato l’hype attorno a un evento che, in teoria, dovrebbe interessare solo a chi la religione la pratica davvero.

Senza tv e con una connessione internet ballerina (effetto collaterale di una vita ancora a tempo determinato, lavorativamente parlando), apro la birra e continuo a guardare la lunga diretta. Penso – e lo scrivo – che questo Conclave somigli a una lunga serie tv, la cui nuova stagione è la più attesa di sempre. Il finale, noto e scontato come quello della favola di Pinocchio, è la fumata bianca. Ma nel frattempo si rincorrono finali alternativi, tutti incentrati sul volto del prossimo protagonista.

Una serie dalla regia essenziale, con inquadrature fisse che farebbero invidia agli esperimenti più azzardati di Andy Warhol: noiosa, anticommerciale, eppure seguitissima. Il segreto? La pazienza dello spettatore: fede, masochismo o semplice voyeurismo in tempo reale. E poi ci sono le comparse che rubano la scena: come il gabbiano solitario, che ogni tanto si posa sul comignolo – forse ha perso la compagna, forse sta solo cercando un po’ di gloria – e diventa immediatamente il protagonista della diretta.

Nel frattempo emergono sottotrame surreali: cardinali che svuotano i minibar degli hotel convinti che “fosse tutto incluso”, e scandali per far fuori potenziali candidati. Eppure eccoci qua, tutti a guardare. Perché questa, dopotutto, è la serie che non sapevamo di volere fino a poche settimane fa. L’unica che permette un’interazione diretta: puoi commentare, memare, persino partecipare dal vivo come comparsa non pagata – anzi, pagante. Una serie che si fa attendere più della terza stagione di Twin Peaks, e che – per forza di cose – esce solo quando muore un Papa.

E quindi eccoci qua, col fiato sospeso davanti a una finestra YouTube, in attesa del fumo. Bianco, nero o grigio: comunque se ne parlerà. Perché ogni stagione del Conclave è sempre la più importante, la più seguita, la più commentata. Finché non arriva la prossima.

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