LOL – Chi ride è fuori: fenomenologia di un successo

 

Con tutta evidenza, LOL – Chi ride è fuori su Amazon Prime Video sta cercando di vivere di rendita. Infatti da quella prima ispiratissima stagione con Lillo grande mattatore e Posaman personaggio dell'anno, cui è stata dedicata la seguente serie (originale Prime) Sono Lillo, non sembrano esserci state grandi evoluzioni nello sviluppo del programma. Alla conduzione sempre il rapper e influencer Fedez, affiancato da Mara Maionchi all'inizio e da Frank Matano in seguito. Unica modifica in corso d'opera l'inserimento di Maccio Capatonda nella sigla della terza stagione e come ospite “arma letale della risata” (come già Lillo) dopo aver partecipato da concorrente l'anno prima.

Insomma, la formula è facilmente teorizzata e replicabile: indentificare ogni volta il tormentone dell'anno precedente e farlo incontrare col potenziale prossimo successo. Una strategia che il mondo dello spettacolo conosce fin dai tempi del teatro antico e che si basa sul semplice principio psicologico del binomio novità/ripetizione. Da una parte è importante fornire nuovi stimoli, dall'altra il pubblico vorrà ritrovare ciò che lo ha soddisfatto. Ne deriva un equilibrio spesso non facile da stabilire a tavolino. E al tempo stesso una sorta di obbligo autoriale in fase di scrittura.

Ma andiamo con ordine. Cos'è LOL e perché piace tanto? Si tratta di un game show basato sul format giapponese Documental, ideato dal comico Hitoshi Matsumoto. Come ben sappiamo, avendo conosciuto e goduto del commentato della Gialappa's ai giochi senza frontiere del grande Takeshi Kitano, l'intrattenimento nipponico riserva oggetti ben poco adattabili alla nostra sensibilità. Bisogna infatti chiarire che in origine si trattava di un Batsu Game (Punishment Game) in cui i partecipanti non dovevano ridere pur trovandosi in situazioni ridicole e grottesche, pena una punizione corporale.

Naturalmente in Europa la cosa si è tramutata in una innocua gara fra commedianti dopo la quale al vincitore viene richiesto di devolvere la somma in beneficienza. A parere di chi scrive, lo schema del programma prevede la costruzione del cast in tre macro-aree di comicità che andremo qui definendo: i geni, i veterani, le nuove leve. Nel primo gruppo, caratterizzato da artisti fuoriclasse che hanno ormai interiorizzato i loro personaggi, si annovera un rappresentante per stagione ovvero Elio (st. 1), Mago Forest (st. 2) e Nino Frassica (st. 3). 

Di difficile collocazione Caterina (st. 1) e Corrado Guzzanti (st. 2), i quali sono evidentemente più esperti e talentuosi di altri ma comunque ancora molto legati alla formula sketch per esprimersi al meglio delle loro possibilità. Mentre veterani, categoria abbastanza trasversale dal punto di vista anagrafico perché va considerato un mix di esperienza e celebrità, sarebbero Angelo Pintus, Katia Follesa, Lillo e Frank Matano per il primo anno, Maccio Capatonda, la coppia Gianmarco Pozzoli + Alice Mangione, Maria Di Biase e Virginia Raffaele per la seconda stagione e Marina Massironi, Paolo Cevoli, il duo Paolo Kessisoglu + Luca Bizzarri e Herbert Ballerina per la terza.

Così si giunge alle nuove leve, i quali altro non sarebbero che recenti acquisti provenienti soprattutto dalla stand-up comedy e dal web, ovvero Michela Giraud, Luca Ravenna e Ciro Priello + Gianluca “Fru” Colucci del gruppo The Jackal al primo giro, Diana Del Bufalo, Tess Masazza e Max Angioni al secondo, Cristiano Caccamo, Fabio Balsamo dei Jackal, Marta Filippi e Brenda Lodigiani al terzo.  Ne deriva una vera e propria geografia della comicità nostrana, allargata agli utenti un po' più giovani con lo spin-off Generazione LOL del 2022, che prevedeva una sfida fra sette star di TikTok.      

Anche solo leggendo i nomi elencati, si può dedurre quanto sia stata debole la seconda tornata rispetto alla precedente, nonostante (e forse a causa de) l'intervento di Lillo col suo rodato Posaman. Questa almeno è stata la percezione del grande pubblico durante e dopo la messa in onda streaming, ma chi scrive deve ammettere di aver apprezzato proprio nella seconda stagione alcuni fra i concorrenti più autenticamente bravi dell'intero programma. Troppo facile, per un millennial cresciuto a pane e Mai dire... quale il sottoscritto, affermare che si è riso tanto e spesso di fronte a Mago Forest e al suo compiaciuto nonsense. Ma qui si intende fare un elogio meno ovvio a una figura come Diana Del Bufalo, romana classe 1990 che iniziò aspirante cantante ad Amici di Maria De Filippi e la cui eliminazione fece spogliare in diretta Platinette per protesta. Ragazza brillante e onestamente buffa anche sui social, da qualche anno attrice per cinema e fiction, sempre pronta ad accettare nuove sfide, Del Bufalo si trova in questo periodo impegnata esordiente su un palcoscenico con il musical 7 spose per 7 fratelli in tournée. Più che una promessa, un vero talento.

Nell'insieme il programma continua a funzionare e non c'è dubbio che avremo altre stagioni. LOL 3, in particolare, ha però evidenziato delle criticità che si spera verranno immeditamente risolte. Da una parte, l'interrelazione di artisti di così diversa provenienza mette numerose volte alla prova il ritmo complessivo dell'operazione, nonostante il montaggio nasconda i tempi morti risolutamente. Dall'altra, dopo tre anni di produzione serrata sembra si sia già a corto di concorrenti realmente in grado di reggere le aspettative comiche del progetto. Ci si domanda, ad esempio, il senso di invitare un attore sostanzialmente tradizionale come Cristiano Caccamo, per quanto simpatico e popolare, in questo show. Un campanello d'allarme che non fa ben sperare sul futuro del format in questo senso. In attesa dell'annuncio del prossimo cast immaginiamo tre strade: la deriva conservatrice con richiamo e rimestaggio dei vecchi ospiti più apprezzati come già nello speciale natalizio, una progressione verso la ricerca di talenti fuori dal giro canonico – e in questo caso, gli habitué di Comedy Central Italia potrebbero dare un corposo contributo – oppure la temibile apertura ai VIP.

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