H.G.O. – L’ultimo viaggio di Oesterheld: la vita e la scomparsa del creatore de L’Eternauta
In concomitanza con l’uscita de L’Eternauta su Netflix, su Prime Video — tramite abbonamento CG Collection — è finalmente stata distribuita H.G.O. – L’ultimo viaggio, la serie argentina che racconta la storia di Héctor Germán Oesterheld. Chi ama i fumetti lo sa: esiste un’epoca prima e dopo Oesterheld, esiste un’epoca prima e dopo L’Eternauta. Pochi fumettisti hanno saputo raggiungere queste vette, e pochissimi hanno pagato con la propria vita la libertà di raccontare le proprie storie. Per ciò che aveva scritto e per la sua militanza attiva, il 21 aprile 1977 Oesterheld venne prelevato da una squadra armata del regime Videla, e da allora è entrato a far parte della lunga lista dei desaparecidos argentini.
C’erano molti modi di raccontare la storia di H.G.O.; Luciano Saracino sceglie di farlo con un tono surreale e leggero. Veniamo catapultati nella redazione di una immaginaria casa editrice di fumetti destinati al grande pubblico, che segue pedissequamente le linee governative. Il clima è fossilizzato ma sereno: c’è il direttore puntiglioso e gli sceneggiatori e disegnatori che, tra una bevuta e una chiacchierata, portano avanti la giornata.
All’improvviso arriva l’uragano Oesterheld (interpretato da Miguel Ángel Solá Vehil) che, con la sua presenza e genialità, cambia per sempre la vita dei personaggi. All’inizio il clima resta più o meno invariato, ma presto le sue vicende personali, unite all’arrivo della dittatura militare, iniziano a influenzare la vita di tutti. Questo cambiamento si riflette anche a livello climatico: da quando arriva Videla, una pioggia incessante inizia a cadere, e non cessa più.
Oesterheld viene presentato come una sorta di santone, un uomo capace di dare vita ai suoi personaggi iconici, come Ernie Pike, di parlarci e di farsi raccontare da loro le storie, un uomo in grado di scomparire letteralmente all’interno dei mondi che crea, e di plasmare la realtà. Le frasi che pronuncia sono profetiche, la sua visione è a lungo termine. Gli altri personaggi finiscono inevitabilmente per essere risucchiati dal suo carisma e dalle sue parole: “Il fumetto merita di essere elevato ed accostato alle altre arti”.
H.G.O. – L’ultimo viaggio porta avanti in maniera romanzata una storia dolorosa, quella degli ultimi giorni lavorativi e di vita di un grande del fumetto. Eppure, come detto, lo fa in maniera leggera e rispettosa. Le riprese si svolgono principalmente in tre ambienti: la redazione, il bar dove i fumettisti si ritrovano dopo l’orario di lavoro, e lo studio di casa Oesterheld. Non si parla direttamente di vicende strazianti, come la scomparsa anche di tre delle quattro figlie del fumettista — Beatriz Marta e Diana Irene, anch’esse vittime del regime — e non viene mostrato neanche l’arresto di Oesterheld. Come nella migliore tradizione tragica, tutto è lasciato intendere, ma non per questo il dramma è meno presente. Anzi, è ulteriormente amplificato dal sottofondo di leggerezza e dal clima scherzoso che viene interrotto bruscamente dall’arrivo del regime. Poco importa se le vicende reali furono totalmente diverse e di gran lunga più dolorose, quello che conta è aver dato visibilità alla storia.
H.G.O. – L’ultimo viaggio è un omaggio delicato e riuscito alle historietas e a Héctor Germán Oesterheld. Un omaggio che tutti gli amanti del fumetto dovrebbero recuperare e conoscere — non prima, ovviamente, di aver letto almeno L’Eternauta.