L’Eternauta: fantascienza, resistenza e futuro

Nel 1957 faceva la sua prima apparizione in Argentina L’Eternauta che rivoluzionò per sempre la storia del fumetto di fantascienza. L’autore era Héctor Oesterheld, futuro desaparecido, che attraverso i disegni di Francisco Solano López reinterpretava i drammi politici sudamericani ipotizzando una possibile invasione aliena che distruggeva il mondo allora conosciuto. Dopo il golpe argentino del 1976 L’Eternauta divenne una sorta di prefigurazione di quanto era effettivamente avvenuto e Oesterheld si impegnò politicamente con le sue opere contro il regime di Jorge Rafael Videla finendo con il pagare con la vita questo coinvolgimento.

Vista la grande importanza de L’Eternauta per la storia Argentina, non stupisce dunque che la prima grande produzione Netflix di questo paese sia proprio basata su quest’opera. Gli elementi sono i soliti: la serie sembra proporsi come territoriale o locale (la storia è ambientata a Buenos Aires, si gioca al gioco di carte Trucco, vi è un continuo ripresentarsi di canzoni argentine), ma in realtà questi elementi sono annacquati e rientrano all’interno di un contesto di globalizzazione a marchio Netflix. Lo scopo è quello di dare un sapore locale ma una fruibilità globale e in questo, bisogna dirlo, Netflix, come fatto in passato con Squid Game, centra ancora una volta il suo obiettivo.

La serie riprende la trama dell’originale ampliandola ed attualizzandola: mentre degli amici stanno giocando a carte una strana nevicata inizia a cadere sulla città di Buenos Aires. La neve uccide tutti gli esseri viventi che tocca e le persone si ritrovano bloccate nelle loro case.  Juan Salvo (Ricardo Darín) e i suoi amici iniziano quindi un disperato tentativo di sopravvivenza cercando anche di salvare i loro cari dispersi per la città. Contro di loro ci saranno sia gli uomini, incattiviti dalla necessità di sopravvivere, che imprevisti decisamente inattesi…

La serie L’Eternauta è tutto sommato ben riuscita anche se deve essere divisa in due sezioni: la parte di costruzione dei personaggi e sviluppo dei rapporti umani è quella meno riuscita e noiosa e questo, per chi non conosce ed ama la storia originale, può rappresentare un limite importante. Il limite è ancora più grave se si pensa che la maggior parte delle cose sono inserimenti ex novo rispetto all’opera originale, che si presenta come una sorta di racconto/diario del protagonista, estremamente asciutto e diretto. Tutte le storie parallele sono quindi state messe dagli autori che però non sono stati in grado di valorizzarle a dovere. Le sezioni più avventurose e legate alla sopravvivenza sono invece quelle più riuscite ed emozionanti e viene resa ottimamente quella sensazione di angoscia e smarrimento che i personaggi vivono. Al posto del protagonista che racconta, la centralità di Juan Salvo viene data attraverso le sue visioni che diventano una prefigurazione del proprio futuro che acquistano un senso mano a mano che la vicenda va avanti.

L’Eternauta originale porta avanti tante critiche sociali che la nuova serie Netflix ha solo potuto accennare. Rispetto al fumetto subentrano in più una critica al capitalismo e al consumismo, alla centralità dei mezzi elettronici (smartphone, macchine, elettricità) la cui assenza rende gli uomini incapaci di sopravvivere. Appena accennata è, ancora, l’idea della massa che si assoggetta al volere dei potenti, che avrà un suo sviluppo più chiaro e definito a partire dalla prossima serie. La sensazione puntata dopo puntata è che non vi sia una via di fuga e che la situazione non possa che peggiorare.

Nel complesso, al netto di qualche errore, la storia è senza dubbio appassionante e ben sviluppata ed è stata interrotta al momento giusto. La seconda stagione è stata confermata e la speranza è che ci possa essere una crescita ulteriore del prodotto e una correzione di quegli elementi citati che hanno limitato l’esperienza fino ad ora.

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