Mercoledì: più gotica, più affollata, meno spietata

La seconda stagione di Mercoledì si apre come un invito in un mondo che credevamo di conoscere alla perfezione, ma che fin da subito ci fa capire di volerci spiazzare. Netflix rilascia le prime quattro puntate - le altre arriveranno a inizio settembre - e la sensazione è quella di una festa gotica organizzata da qualcuno che ha deciso di invitare molti più ospiti del previsto. Al centro, ancora lei: Jenna Ortega, sguardo glaciale, sarcasmo tagliente e un controllo dei tempi comici che resta la vera arma segreta dello show. La sua Mercoledì non ha perso un grammo di carisma, anzi: la vediamo più consapevole, più sicura di sé, ma anche meno isolata, inevitabilmente costretta a interagire con un cast che questa volta si è ampliato a dismisura. Tutta la famiglia Addams entra in gioco con maggior peso, e il risultato è un universo narrativo più ricco, ma anche più dispersivo.

Tim Burton e i registi che lo affiancano alzano il volume sull’estetica horror: scenografie più cupe, fotografia più incisiva, creature e suggestioni visive che pescano a piene mani dal cinema gotico e dal folklore macabro. È un piacere per gli occhi, soprattutto per chi ama soffermarsi sui dettagli e riconoscere omaggi e citazioni. Eppure, in mezzo a questo banchetto visivo, c’è un sapore che rischia di annacquarsi: il lato più nichilista, corrosivo e senza compromessi della prima stagione sembra in parte smussato. È come se lo show, consapevole della sua popolarità globale, avesse deciso di non affondare troppo la lama, scegliendo di bilanciare il sarcasmo con una dose maggiore di calore famigliare. Funziona? In parte sì, perché arricchisce il contesto emotivo e apre dinamiche inedite; in parte no, perché il fascino di Mercoledì era anche nella sua capacità di restare distante, un po’ inaccessibile.

Il filo conduttore della stagione - il mistero dello stalker - è ben costruito e porta avanti la componente whodunit che aveva reso avvincente la prima annata. C’è tensione, ci sono colpi di scena e momenti di genuina inquietudine. Ma il percorso non è sempre lineare: alcune sottotrame secondarie, pur simpatiche, finiscono per diluire l’impatto complessivo e rallentare il ritmo. È come se la serie fosse costantemente divisa tra il desiderio di raccontare una trama principale serrata e la tentazione di perdersi in deviazioni pittoresche.

Ortega resta il pilastro attorno a cui ruota tutto: che sia una scena di puro dialogo al vetriolo o in un momento di azione, riesce sempre a mantenere quel misto di distacco e intensità che definisce il personaggio. Il resto del cast offre interpretazioni solide - con menzioni speciali per Catherine Zeta-Jones e Luis Guzman, finalmente più valorizzati - ma non sempre trova lo spazio necessario per brillare. 

Il bilancio, per ora, è positivo: questa prima metà della seconda stagione è un antipasto gustoso, esteticamente sontuoso e capace di regalare momenti di autentica gioia cinefila, ma che deve ancora dimostrare di poter ritrovare il morso affilato della prima stagione. Le puntate di settembre avranno il compito di dare coerenza e compiutezza a un racconto che al momento affascina, ma rischia di disperdersi. Una cosa è certa: Mercoledì Addams resta una delle eroine televisive più iconiche degli ultimi anni, e se questa seconda stagione sarà tornare a essere spietata oltre che brillante, potrebbe consolidare effettivamente il mito.

E così, tra enigmi, occhiatacce e sarcasmo a raffica, Mercoledì conferma di non essere una semplice serie per adolescenti, ma un fenomeno pop che gioca a mescolare linguaggi, generi e umori. Non tutto fila liscio - qualche eccesso di comprimari e una tendenza a perdersi in sottotrame innocue - ma quando la lama affonda, lo fa ancora con eleganza mortale. Le prossime puntate decideranno se questa stagione resterà un bel ritratto gotico da appendere al muro…o un quadro incompiuto da lasciare in soffitta. Nel dubbio, non togliete mai gli occhi di dosso a Jenna Ortega: lei, anche da ferma, sa farvi a pezzi.

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